Dal piano Biden tante opportunità per l'Europa

Number: 14
Year: 2023
Author(s): Daniel Gros

L'Inflation Reduction Act (IRA), firmato dal Presidente degli Stati Uniti Joe Biden quasi un anno fa (agosto 2022), è il primo importante provvedimento per contrastare il cambiamento climatico che il parlamento degli Stati Uniti abbia mai approvato. La ragione principale di questo successo è che l’IRA non impone oneri all’industria USA ma garantisce molti sussidi.

Sole 24 Ore

Questo articolo è uscito sul Sole 24 Ore di domenica 30 luglio 2023

 

L'Inflation Reduction Act (IRA), firmato dal presidente degli Stati Uniti Joe Biden quasi un anno fa (agosto 2022), è il primo importante provvedimento per contrastare il cambiamento climatico che il parlamento degli Stati Uniti abbia mai approvato. La ragione principale di questo successo è che l’IRA non impone oneri all’industria Usa ma garantisce molti sussidi.  

Con questi aiuti gli Stati Uniti vorrebbero conquistare il predominio nelle tecnologie verdi. La mole dei sussidi, 380 miliardi sui prossimi dieci anni, e il fatto che alcuni di questi siano riservati a chi usa componenti americani, ha scatenato una discussione accesa in Europa riguardo alla necessità che l'Ue “risponda” all'IRA.  C'è chi teme una perdita di investimenti e opportunità per l’industria europea che, a dire di molti, non riceve altrettanto supporto pubblico.

Analizzando più da vicino le diverse disposizioni dell'IRA, emerge un quadro più rassicurante. 

Primo: l'impressionante cifra di 380 miliardi di dollari su 10 anni significa soltanto 38 miliardi di dollari all'anno distribuiti su molti settori. Il solo sostegno alle energie rinnovabili nell’UE costa ogni anno circa 80 miliardi di euro, molto di più di quanto gli Stati Uniti abbiano previsto (e non ancora speso) per questo settore.

Inoltre, il 40 per cento dei 750 miliardi del programma di Next Generation EU, 300 miliardi di euro, sarà speso sul settore verde nell’arco di pochi anni, includendo supporto per l’idrogeno, trasporto urbano, ecc.  Le somme disponibili per sostenere la lotta al cambiamento climatico nell’UE sono almeno comparabili a quelle previste per l’IRA, se non superiori in relazione al Pil.

Secondo, le disposizioni "buy-American" dell’IRA non rappresentano un grande ostacolo per i produttori dell'UE. Un working paper dello IEP@BU arriva a questa conclusione analizzando i tre elementi dell'IRA più criticati in Europa:

  1. Il sussidio per i veicoli elettrici non è disponibile per auto prodotte all’estero, ma ammonta soltanto a circa il 10% del prezzo di acquisto. Lo svantaggio per i produttori dell'UE sul mercato statunitense è quindi equivalente a quello dei produttori statunitensi sul mercato dell'UE, poiché l'UE applica una tariffa del 10 per cento sulle automobili importate. Inoltre, tutte le auto in leasing potranno godere del sussidio e la maggior parte dei costruttori Europei vendono con questa formula nel mercato americano, dunque potranno godere del sussidio.
  1. I sussidi per le energie rinnovabili sono aumentati del 5 per cento del costo totale se una parte dell’installazione usa componenti prodotte negli USA. Questo non appare un ostacolo decisivo per i produttori Europei. Inoltre, molti progetti di energie rinnovabili negli Stati Uniti, compresi quelli UE (e italiani in testa), soddisfano già il requisito di contenuto locale.
  1. Si è parlato molto del settore delle batterie. Anche qui il sostegno promesso dall'IRA è simile a quello già fornito dall'UE nell'ambito dell'Alleanza Europea delle Batterie (finora 6 miliardi di euro). Inoltre, questi sussidi per la produzione nazionale saranno disponibili solo per un periodo limitato (fino al 2029). Questa breve durata potrebbe spiegare la corsa agli investimenti negli USA, che potrebbe rivelarsi un fuoco di paglia.
Ira working paper

Secondo, le disposizioni "buy-American" dell’Inflation Reduction Act non rappresentano un grande ostacolo per i produttori dell'UE. Un working paper dello IEP@BU arriva a questa conclusione analizzando gli elementi dell'IRA più criticati in Europa

L’IRA, dunque, non crea ostacoli insormontabili per le aziende europee e italiane nel mercato per prodotti verdi USA. La cosa più importante è che questo mercato crescerà moltissimo grazie all’IRA. Il risultato netto dell’IRA sarà quindi la creazione di maggiori opportunità per le esportazioni di veicoli elettrici e componenti di rinnovabili verso gli Stati Uniti. 

Ci sarà un aumento degli investimenti oltre Atlantico. Tuttavia, non c'è motivo per temere che scendano gli investimenti nell'UE, poiché è molto improbabile che sia redditizio esportare veicoli elettrici o componenti rinnovabili dagli Stati Uniti verso l'Europa.

Complessivamente, l'IRA sembra una rosa con poche spine. Bruxelles (e Roma) dovrebbero smettere di preoccuparsi degli aspetti negativi dell’IRA, che pure ci sono, e invece concentrarsi sulle opportunità di mercato che offre.

 Daniel Gros è direttore dell’Institute for European Policymaking at Bocconi University, il nuovo think tank lanciato dall’Università Bocconi. Il presidente è Guido Tabellini, Sylvie Goulard la vicepresidente. Mario Monti è presidente onorario. L’analisi e la ricerca di IEP@BU è sul sito https://iep.unibocconi.eu/

 

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